Descrizione
In piazza Mons. Durante, esattamente di fronte alla chiesa matrice di Melendugno, svetta la torre dell’orologio.
Venne costruita nella metà dell’Ottocento e vi fu dipinto il Santo patrono, S. Niceta, così come nella vicina Borgagne, nello stesso periodo, veniva edificata una torre civica con l’immagine di S. Antonio da Padova. La raffigurazione di S. Niceta è canonica: fiero, a cavallo del suo destriero, porta con sé la bandiera con la croce.
Nella parte superiore, la torre di Melendugno esibisce il suo bell’orologio ottocentesco, completamente meccanico.
Molto interessante è una iscrizione che si legge nella parte inferiore dell’architrave della porta. Di sicuro l’architrave proviene da un altro edificio della città, seicentesco, perché la scritta è datata 1686; cita un tal Matteo Santoro e fa riferimento ad un’ “ape ingegnosa”, forse allusione allo stemma e al nome di Melendugno. Infatti, la città ha già nel nome il riferimento al miele (meli in greco e mel, mellis in latino) e lo stemma raffigura un alveare attorniato da tre api, con l’albero di pino. Il gioco di parole che leggiamo in questa iscrizione nella torre civica di Melendugno probabilmente fa riferimento all’attività emblematica del luogo, ovvero l’antica tradizione della produzione del miele, che ancora oggi si pratica e fa di Melendugno una delle città del miele.
Non sappiamo da dove provenga l’architrave, se facesse parte dell’edificio in cui è stata incastonata la torre o di un altro immobile del paese; di certo, un’allusione al lavoro delle api nel luogo simbolo del potere civico di Melendugno, per quanto casuale, è a dir poco calzante.