Descrizione
I resti della torre di Roca Vecchia si possono ammirare oggi su un isolotto, proprio davanti all’area archeologica. La torre venne edificata nel 1568 e nel 1576 il procuratore dell’Università di Roca la armò con un moschetto, una versione antica del fucile, ricevuto dall’università di Lecce.
La torre faceva parte di un più ampio progetto di fortificazione costiera del Regno di Napoli. Come racconta Girolamo Marciano (inizi Seicento), nel 1544 il preside di Terra d’Otranto, Ferrante Loffredo, aveva fatto smantellare le fortificazioni di Roca, perché costantemente oggetto delle mire corsare. Roca Vecchia, infatti, era servita già ai tempi della guerra contro Otranto, nel 1480, come avamposto militare turco, essendo dotata di un castello ben difendibile. Proprio qui era sbarcata una parte dell’esercito ottomano, per poi dilagare nel territorio circostante. Da quel momento in avanti, anche dopo la cacciata dei turchi del 1481, più di una volta i corsari al soldo del sultano hanno ripreso il castello di Roca e compiuto eccidi nella città: nel 1511 riconquistarono la fortezza e assassinarono brutalmente il parroco del luogo (la cronaca di Notar Giacomo dice che “lo spartero per mezo”).
Fu per questo motivo che, secondo Marciano, Ferrante Loffredo decise di distruggere Roca Vecchia, anche se nuovi studi attesterebbero una presenza della città fortificata ancora negli anni ’50 del Cinquecento. Più in generale, per sottrarre questi avamposti militari ai corsari turchi, che sempre più spesso assalivano le coste salentine, il governo spagnolo fece costruire o potenziare i castelli dell’immediato entroterra (Borgagne, Melendugno, Acaya e masserie fortificate) e creò tutta una rete di torri di avvistamento lungo il litorale. Si venne a creare così una zona cuscinetto tra il mare e la città di Lecce. La distruzione della città di Roca Vecchia e la costruzione della torre rientrano in questo progetto: oggi le rovine del castello medievale e la torre cinquecentesca sull’isolotto si guardano a distanza di pochissimi metri e campeggiano su un mare limpido e cangiante.