Descrizione
Collegata alla grotta della Poesia Grande da un passaggio subacqueo, la Poesia Piccola è una cavità nella roccia, in località Roca Vecchia, all’ombra della colonna che regge la statua della Madonna.
Scoperta nel 1983, la grotta è di forma circolare ed oggi è invasa in parte dal mare, motivo per cui non è aperta al pubblico. Il sito è di elevato rilievo archeologico.
La grotta è stato un santuario marittimo in cui i marinai pregavano la divinità per propiziare il viaggio sul mare. Con questa funzione sacrale è stata frequentata per diversi secoli, dall’età messapica fino almeno a quella paleocristiana. Per questo, le pareti rocciose della grotta sono sovraffollate di iscrizioni, che si sovrappongono l’una sull’altra esattamente come hanno fatto le varie civiltà che si sono susseguite in questo luogo (vedi L’area archeologica di Roca Vecchia).
I Messapi rivolgevano le loro preghiere al dio Taotor Andirahas; i Romani, famosi per la loro capacità di assorbire e rielaborare culti e tradizioni dei popoli che assoggettavano, trasformarono il messapico Taotor nel latino Tutor, un dio “protettore”. Sulle pareti non sono incise solo parole: tra i vari segni si distinguono: l’ascia bipenne, tipica della cultura egea (vedi Le testimonianze di una civiltà egea); delle navi, quasi d’obbligo in una grotta marina; delle croci, che testimoniano l’utilizzo religioso del luogo anche in età paleocristiana.
La grotta della Poesia, come tutta la città di Roca, ha avuto uno stretto legame con l’Illiria e l’Oriente. Va infatti sottolineato che essa presenta impressionanti somiglianze con un luogo di culto costiero albanese, sull’altra sponda dell’Adriatico: la baia di Grama (vedi Da Torre dell’Orso alla Baia dell’Orso: una rotta adriatica millenaria).