Descrizione
All’origine della sua storia, agli inizi del Basso Medioevo, Borgagne ha avuto sicuramente una presenza bizantina.
Il paese, infatti, facendo parte della diocesi di Otranto ed avendo dei possedimenti di appartenenza del monastero bizantino di San Nicola di Casole, si è sviluppato come un paese con una chiesa di rito greco e a stretto contatto con l’area della cosiddetta Grecìa salentina. Proprio i paesi di quest’area (soprattutto Martano e Calimera) nel loro dialetto grecanico hanno sempre definito Borgagne con un altro nome, ovvero Vrani. L’origine di questo toponimo non è facilmente reperibile: forse viene dal greco ranìs, ovvero “acqua”, magari per la presenza delle paludi; forse da Alessio Vranas, un condottiero bizantino, o da suoi discendenti, tra cui gli esponenti della potente famiglia albanese dei Vranai o Branai. Detto ciò, si può comprendere la presenza sul territorio di Borgagne di diversi siti religiosi rupestri bizantini.
Il più noto di questi è sicuramente la cripta di San Nicola. Situata nei pressi della strada Borgagne-Martano, Cosimo De Giorgi la definisce Laura basiliana, datandola a non prima del XIII secolo. Nella visita pastorale del 1608 si dice che ormai aveva perso ogni importanza come sito religioso e che era collocata “in loco dicto Il Monte di San Nicola”, una piccola zona sopraelevata oggi nota come Li caliani. Vi erano affrescati alcuni santi, tra cui San Nicola, San Giacomo e San Giovanni Battista.
Oggi, purtroppo, gli affreschi sono in pessime condizioni e la grotta è situata in un fondo privato. In un’altra grotta vicina al luogo di preghiera, in un periodo imprecisato, è sorto poi un trappeto, per cui il luogo è noto anche come cripta del Trappeto vecchio.