Descrizione

Quando nel 1480 i turchi conquistarono Otranto, quello che un secolo prima era stato definito lo “Stato di Borgagne” (comprendente il paese omonimo, il casale di Pasulo e quello disabitato di San Salvatore) ne risentì: Pasulo, che era stato un casale bizantino, venne distrutto insieme ad altri paesi situati intorno ai laghi Alimini, e Borgagne dovette difendersi. Fu per questo che si rese necessario un impegno massiccio nella fortificazione del luogo.

Il primo nucleo del castello Petraroli di Borgagne, ovvero la sua torre circolare, nacque nel 1497, per volontà del barone ostunese Bellisario Petraroli, che lo fece costruire espressamente per la difesa del piccolo borgo, esposto alle scorrerie dei corsari turchi. Il forte si inseriva in un’opera generale di fortificazione del paese che, nel Cinquecento, vide l’edificazione di diverse case-torre e di un complesso difensivo, sull’attuale via Lecce, oggi noto come palazzo Sciurti. In effetti, nel corso dei primi decenni del XVI secolo, venne costruito il resto del castello, circondato da un fossato e strutturato a pianta rettangolare intorno ad un atrio centrale. Di quella prima costruzione sono ancora visibili: la torre originaria, nell’angolo nord-est, con il blasone della famiglia Petraroli e un’iscrizione latina che ricorda la data di fondazione e la funzione difensiva dell’edificio; il fossato, che è visibile solo lungo il lato est; il toro marca-piano; alcune finestre sul lato est; i beccatelli decorativi su tutti i lati; il piombatoio sul portone principale. Non è più visibile la porta che era presente sul lato sud e di cui si hanno testimonianze fotografiche.

Bellisario Petraroli perse il suo castello nel 1531 con tutto il territorio di Borgagne, Pasulo e San Salvatore, poiché era stato uno dei baroni che nel 1528 si erano ribellati al potere di Carlo V, alleandosi con Lautrec disceso in Italia, durante la guerra tra Spagna e Francia. Il castello, nella seconda metà del secolo, tornò in mano ai Petraroli e di sicuro lo possedette Lucrezia, nipote di Bellisario. La baronessa Lucrezia Petraroli nel 1601 vendette il castello a Vincenzo Maria Zimara, nobile galatinese e zio della stessa Lucrezia. In quel periodo le famiglie Petraroli e Zimara ebbero stretti rapporti con l’ambiente gesuitico leccese, tanto che lo stesso Bernardino Realino, il fondatore dell’ordine nella città di Lecce, ed altri gesuiti si recavano di tanto in tanto al castello di Borgagne, per far vista ai baroni del luogo.

Testimonianza del passaggio della famiglia Zimara-Ventura è il loro blasone presente nell’atrio interno del castello in uno stemma diviso in palo.

Nel 1616 il castello di Borgagne divenne proprietà della nobile famiglia genovese degli Spinola, che lo possedette fino alla seconda metà del XVIII secolo, quando il casato si estinse e il feudo di Borgagne passò in mano ai Gallarati Scotti. Gli Spinola, duchi di San Pietro in Galatina, diventarono baroni di Borgagne con Giovan Battista e il loro passaggio nel paese potrebbe essere testimoniato da un bassorilievo, presente nell’atrio del castello, che raffigura San Giorgio, ovvero il simbolo della Repubblica di Genova, di cui gli Spinola erano una delle quattro famiglie principali. Una rappresentazione pittorica del castello in questo periodo (1630) si trova sulla tela della Madonna del Rosario, nella chiesa madre di Borgagne.

Per quanto riguarda le vicende accadute al castello nel corso del XIX secolo, sappiamo che nel 1872 il castello era in buone condizioni ed il suo proprietario viveva a Martano; l’intellettuale Cosimo de Giorgi nel 1898 sosteneva che fosse “abbastanza conservato nella sua forma primitiva con i suoi piombatoi, le sue feritoie e le torrette” e lo riteneva “il più antico tra quelli esistenti nella nostra provincia”.