Descrizione
La Cappella della Madonna del Carmine di Borgagne fu edificata nel 1619 (come testimonia l’epigrafe sovrastante la porta, all’interno) ed era situata fuori dall’abitato. Nel 1610, a poca distanza dalla chiesa di S. Eulalia, era sorto sul luogo un piccolo convento di padri Carmelitani che venne chiuso già nel 1625.
L’immobile, rimasto abbandonato e senza copertura nel corso della prima metà del ‘900, è stato sottoposto poi ad un restauro, che ha ristabilito il tetto spiovente, sebbene con nuove tecniche architettoniche. Esternamente, la semplice facciata è animata solo da due paraste laterali e dallo stemma di Borgagne (le due cornucopie) che sovrasta la porta. Internamente, la chiesa è a navata unica; l’abside è preceduta da un arco di trionfo, finemente decorato con putti, e presenta un elaborato altare centrale in stile barocco, sormontato da un’epigrafe e arricchito sui lati dalle statue di S. Agata e S. Lucia. Dall’abside si accede a tre piccole stanze voltate (di cui una funge oggi da sagrestia), che un tempo ospitavano i padri Carmelitani.
Degli altari laterali seicenteschi si è conservato solo quello dedicato all’Immacolata, sul quale si staglia un’iscrizione mariana in latino con la data 1668. Sullo stesso lato di questo altare è presente un affresco seicentesco, in parte corrotto, raffigurante la Vergine con bambino: un tempo era l’altare della Madonna di Costantinopoli (come si legge nella visita pastorale del 1670), con la veduta della città turrita e una chiesa in fiamme, secondo le caratteristiche iconografiche salentine di questo culto; ai lati si intravedono le vesti di una santa e, più in basso, sulla sinistra, il ritratto del committente dell’opera. Questo culto, portato dai monaci d’Oriente, si diffuse particolarmente in Italia meridionale nel periodo delle scorrerie turche (XV-XVII sec.), e in Salento costituiva un ponte culturale tra la realtà bizantina e quella otrantina, legate entrambe al rito greco e all’ostilità ai turchi.