Descrizione
Il territorio di Melendugno, quarto comune per estensione della Provincia di Lecce, è pieno di stradine dal panorama unico da percorrere per rendere attiva la vostra esperienza di soggiorno.
La bicicletta è anche un modo alternativo per scoprire il Salento non solo in estate, quando il traffico è minore e il clima meno proibitivo. Quest’articolo è dedicato sia a chi vuole dilettarsi in passeggiate rilassanti nel territorio per godere appieno del paesaggio, sia a chi, con animo più sportivo, sarà mosso dalla voglia di scoperta di paesini e siti dalla vista mozzafiato dalle radici antichissime.
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Scopri i percorsi a Melendugno
Percorso 1: Torre Specchia-San Foca-Grotta della Poesia Torre dell’Orso (15 km)
Partendo dall’ottocentesca Torre Specchia, percorrerete le strade di campagna snodate parallelamente a Villaggio Nettuno, zona di case-vacanze e, dopo circa 3 km, raggiungerete Palude Cassano, circondata di vegetazione e mossa solamente dal rumore del vento che penetra tra gli steli.
Superata Palude Cassano svolterete a sinistra e, attraversando la SP 145 Melendugno-San Foca, ripercorrete dei percorsi rurali imboccando via Giulianova. Questa strada vi farà costeggiare l’abitato di San Foca e l’intersezione con la rotatoria di viale Delfino, dove sorge una sorte di piazza-“chiesa estiva”, vi porterà a percorrere via dei Melograni, via delle Mimose e infine via delle Ginestre, zona che costeggerà una pineta e vi porterà fuori dal villaggio.
Il successivo snodo di via Mancarella, a 700 metri dalla conclusione di San Foca, vi guiderà verso la Grotta della Poesia, dove una sosta sarà quasi obbligatoria. A Roca potrete ammirare il Santuario Maria Santissima delle Grazie e il Parco Archeologico.
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Avvicinandosi al mare, l’ultima parte del percorso vi porterà all’ingresso di Torre dell’Orso, che vi accoglierà all’arrivo con la vista che si aprirà dalla strada.
Percorso 2: Melendugno-Borgagne-Sant’Andrea-Masserie (25,6 km)
Quest’itinerario si snoda lungo le strade di campagna del territorio di Melendugno, arterie che, tra pajare e masserie fortificate, vi regaleranno il quadro del Salento rurale, illuminato dalla luce del sole e colorato da prati, ulivi, margherite selvatiche e segni della società contadina.
Partendo dal municipio di Melendugno, percorrerete per 2 km la SP 3 (Melendugno-Borgagne) e, al primo bivio, svolterete a sinistra per imboccare una stretta strada di campagne che vi porterà alle porte di Borgagne. Qui potrete scegliere se entrare nel paesino, ammirando delle bellezze architettoniche come la Chiesa Presentazione del Signore, il Castello Petraroli e il Frantoio Sciurti, oppure costeggiandolo lungo la SP3 fino all’intersezione con la SP147, dove poi bisognerà prendere a sinistra.
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Dopo 1,30 km raggiungerete un altro incrocio da strade. Qui bisognerà andare a destra. In questo punto, in zona Pasulo, comincerà la strada delle pajare strane. Finito il percorso ad un bivio, risalirete da sinistra attraversando numerose masserie.
Percorso 3: Torre dell’Orso-Roca Nuova-San Foca-Torre Specchia (25,4)
Partendo dal confine sud di Torre dell’Orso percorrerete la SP 297 che, costeggiando due masserie, vi porterà dapprima al complesso storico di Roca Nuova e poi all’incrocio con la strada Melendugno-Torre dell’Orso. Superato l’attraversamento, salirete per strade rurali fino a via Mancarella, che vi porterà alle porte di San Foca.
Percorso l’abitato lungo le periferiche via dell’Alloro, via dell’Acacie, via dei Carrubi e viale Delfino fino alla lunga via Giulianova, vi troverete all’ingresso nord di San Foca. Imboccate la SP145 in direzione Melendugno e, poco dopo più specificatamente quasi all’altezza del villaggio Eurogarden, prendete a destra e immergetevi nella vegetazione della via Vecchia San Foca, stradina che vi guiderà sino all’entrata di Melendugno.
Il percorso proseguirà a nord verso Acquarica di Lecce per poi concludersi a Torre Specchia, raggiungibile sempre dalla strada immersa nella natura che costeggia Palude Cassano.
Percorso 4: Tratturo Torre dell’Orso Sant’Andrea (1,6 km)
Chi ama i paesaggi mozzafiato può inoltrarsi in un itinerario a stretto contatto con il mare. Questo percorso, adatto solamente alle mountain-bike e sconsigliato a bambini e inesperti, è un tratturo che si sviluppa sulle alte falesie tra le due località marine.
Le stradine vi permetteranno la vista di punti di unica bellezza naturalistica come la Grotta Ronzu Beddhru e il faraglione del Pepe, lo splendido arco che custodisce a nord la marina di Torre Sant’Andrea.
Percorso 5: Sterrati da Torre Sant’Andrea (vari)
Gli amanti della mountain-bike avranno in Torre Sant’Andrea un piccolo quartier generale. La singolare baia rappresenta l’inizio di tre itinerari a tutta natura che vi permetteranno di scoprire angoli singolari e poco conosciuti delle Marine di Melendugno.
Rimanendo addossati al costone, le stradine pietrose si diraderanno per 2 km pieni di accessi “segreti” a spiaggette e punti di osservazione di spettacolari faraglioni.
I più vogliosi mischieranno questo percorso a ridosso del mare con le piste naturali che s’inoltreranno nelle pinete di Sant’Andrea e Conca Specchiulla.
Percorso 6: San Foca-Melendugno-Grotta della Poesia
Partendo dal lungomare di San Foca, all’altezza della Torre Costiera, andrete verso nord in parallelo al lungomare fino all’altezza dell’incrocio con via Machiavelli, dove svolterete a sinistra per poi proseguire sempre dritti.
A un certo punto troverete la biforcazione con via Puglia; Qui prenderete a destra e, per ben 6km, vi manterrete sulla strada, circondata da muretti a secco, che vi porterà all’ingresso di Melendugno. Proseguite per 250 metri e, costeggiando il campo sportivo, arriverete a un incrocio dove bisognerà prendere a sinistra per imboccare la SP145 in direzione San Foca.
Dopo circa 2 chilometri, spostatevi a destra e prendete via vicinale Mancarella. Quest’arteria, dal paesaggio circostante quasi tutto naturale, vi porterà presso la fantastica Grotta della Poesia. Quando scorgerete il complesso Oasi Park sarete quasi giunti a destinazione. Da qui poserete le biciclette, o proseguirete trascinandole a mano, e vi immergerete nella storia millenaria e nei colori unici di una delle 10 piscine naturali più belle del mondo.
Scopri il Salento da Melendugno
Melendugno potrebbe essere anche il punto d’inizio di numerosi itinerari che spaziano tra costa ed entroterra. Si può scegliere di percorrere i luoghi della Grecìa Salentina, oppure di attraversare la splendida riserva delle Cesine diretti verso Lecce e il borgo antico di Acaya. O ancora, si può partire per un bellissimo percorso lungo i luoghi della litoranea adriatica, fino a raggiungere la splendida città di Otranto. Da Melendugno si può dare il via, insomma, anche alla scoperta del resto del Salento.
Percorso A: Torre dell’Orso-Cesine-Lecce-Acaya (61km)
Partendo da Torre dell’Orso, percorrerete a Nord la SP366, la c.d litoranea salentina, attraversando San Foca prima e Torre Specchia poi. Superata la torre continuerete nel territorio di Vernole, raggiungendo la zona delle Cesine dopo l’incrocio che troverete a circa 2 km da Torre Specchia.
Svoltando sulla destra si attraverserà una galleria di pini che, circondata da una fitta pineta, rappresenterà l’ingresso delle Cesine, zona umida di valore internazionale e oggi Parco Naturalistico che accoglie numerosi visitatori.
All’interno dell’oasi potrete allungare il vostro percorso affrontando i tre itinerari che, attraverso macchia e pineta, portano agli specchi di acqua dolce dove capanni e torri d’avvistamento favoriscono lo studio di specie vegetali e uccelli. Qualche nome di flora presente? Giglio, violaccia di mare, iris giallo e orchidee porpora.
Lasciate alle spalle le Cesine, girerete a sinistra e attraverserete lo stradone c.d. “Fondone” che, dopo aver costeggiato il piccolo aeroporto Lepore, vi porterà a Lecce.
Giunti nel capoluogo, avrete l’imbarazzo della scelta di siti da visitare e posti dove potrete fare una sosta. Obbligatoria è una visita a Piazza Sant’Oronzo, il cuore pulsante della città Barocca dove le massime espressioni di questa tecnica sono rappresentate dalla splendida Chiesa di Santa Croce, dalla stilisticamente singolare San Matteo fino al culmine di Piazza Duomo, che abbraccia la Cattedrale.
Una volta fatto il pieno di cultura barocca nella bella Lecce sarà ora di tornare, ma le sorprese architettoniche non sono finite.
Lasciate Lecce da via Merine lungo la SP1 e, alla prima rotatoria, virate per Acaya lungo la SP337. Il borgo di Acaya (noto anticamente come Segine) nasconderà la cittadella fortificata, edificata nel 1535 e ricostruita nel Settecento dopo la devastazione seguita all’invasione dei Turchi. La Porta di Sant’Oronzo, sorretta dallo stemma nobiliare degli Acaya, segna l’ingresso nel Centro Storico.
Il percorso proseguirà a Vanze, raggiunta tramite una splendida strada circondata da ulivi secolari. Si proseguirà poi, superando Masseria La Grande, verso Acquarica di Lecce, zona abitata sin dal III e IV secolo a.C. Le campagne di Acquarica, disseminate di pajare, precedono le bellezze del paese: la Chiesa Matrice, la Torre dell’Orologio e il Castello, costruito a due livelli.
Lasciato Acquarica, un sentiero di campagna vi condurrà verso la zona umida di Cassano, confinante con l’impianto di fitodepurazione e zona di passo per molti uccelli migratori. Giunti a Torre Specchia, potrete poi riprendere la litoranea e concludere il percorso raggiungendo San Foca e Torre dell’Orso.
Percorso B: Litoranea Adriatica (29km)
Quest’itinerario, di media difficoltà e a stretto contatto con il mare, vi guiderà alla scoperta di tutti gli scorci più conosciuti della litoranea adriatica, dal punto più a est d’Italia al centro storico di Otranto.
L’itinerario parte dalla Torre di San Foca, oggi sede della Capitaneria di Porto e una delle 5 torri costiere del Territorio di Melendugno, e si dirada verso sud percorrendo Lungomare Matteotti. Una volta giunti a Roca Vecchia potrete fermarvi per ammirare l’insenatura detta “Nfocaciucci”, situata a pochi metri dal parco archeologico, o fermarvi presso la nota Grotta della Poesia.
Gli scavi di Roca Vecchia stanno rivelando anno dopo anno tantissimi segreti: il sito, oltre ad un maestoso castello rinascimentale oggi celato tra la natura, era già popolato dall’età del bronzo. Le mura, poi, stanno rivelando anche altri misteri ancora irrisolti: la costruzione è iniziata nell’età dei Messapi, civiltà ancora difficile da comprendere per i pochi reperti ascrivibili.
Spostandosi ancora verso sud si raggiunge Torre dell’Orso, punto d’incontro della movida estiva e non. Una sosta veloce per ammirare la splendida ed estesissima spiaggia a mezzaluna, una delle più cercate d’Italia. La lunga spiaggia lascerà il posto al costone a picco quando proseguirete verso sud in direzione Otranto. A 2 km da Torre dell’Orso troverete Torre Sant’Andrea, località piena di faraglioni e spiagge nascoste.
Leggi qui l’itinerario spiagge nascoste di Torre Sant’Andrea
Superata la rotatoria per accedere a Sant’Andrea, incontrete i Laghi Alimini, due specchi d’acqua allungati paralleli alla linea di costa. Questi laghi sono collegati con il mare, pertanto si consente lo sfruttamento del bacino come allevamento ittico.
Proseguendo in direzione Sud ci sarà poi Alimini Grande, circondato da una corona rocciosa e conosciuto in quanto si è segnalata (insieme a un’altra stazione in Puglia) della rara Periploca Graeca. La zona dei Laghi Alimini è caratterizzata da una fitta vegetazione e boscaglia tipica per colori e odori della macchia mediterranea.
Il secondo lago che troverete è quello di “Alimini Piccolo” o Fontanelle, costeggiato da un piccolo rilievo. Fontanelle è circondato da vegetazione erbacea e palustre, ed il canneto è più fitto rispetto a quello che troverete in Alimini Grande. Questo costone apre degli insediamenti rupestri d’indubbia antichità, forse preistorica.
Continuando a Sud si raggiungerà la città fortificata di Otranto, il cui nome deriva da fiume Idro, che sfocia nel porto. Otranto, popolata sin dai tempi di greci e romani, rimane di stampo medievale anche se prima della sua distruzione sono passate diverse epoche. Per le vie del centro storico si avverte ancora il culto verso i Martiri d’Otranto: nell’immaginario collettivo il momento storico indelebile ed emblematico della città rimane l’invasione turca del 1480 (il famoso “sacco”) con l’eroica resistenza dei cittadini che furono uccisi perché si rifiutarono di abiurare la fede Cristiana; i resti degli 800 martiri sono custoditi oggi nella Cattedrale, la più grande delle chiese della Puglia.
Oltre alla Cattedrale, Otranto conserva anche il quattrocentesco Castello di Federico d’Aragona, la Torre Alfonsina e la Chiesetta Bizantina di San Pietro.
Un ultimo sforzo è richiesto per raggiungere la parte finale del nostro itinerario. Continuando sulla SP87 in direzione sud, dopo circa 5 km raggiungere il faro di Punta Palascia, zona in cui il panorama mozzafiato assumerà ancor più valore. Si tratta infatti del punto più a est d’Italia; secondo le convenzioni nautiche, infine, è questo il punto d’incontro tra i mari Adriatico e Jonio.
Percorso C: Antica via Traiana (47km)
Questo percorso evoca idealmente parte della storica via Traiana, strada che nelle sue diramazioni salentine tagliava in due la regione da Roca Vecchia a Nauna, l’antica Santa Caterina di Nardò. Non sarà solamente questo l’elemento antico e autentico di questa via disseminata di muretti a secco che delimitano distese di ulivi monumentali e pale di fichi d’india.
L’itinerario comincerà da Melendugno e, tramite la SP29, raggiungerete Calimera, uno dei centri della Grecìa Salentina, regione geografica che percorrete nella quasi totalità. Il centro storico di Calimera sfocerà nella centrale Piazza del Sole dove sorgono la Chiesa Matrice di San Brizio, con il rintocco del suo campanile che scandisce le ore, e il Palazzo Comunale.
La SP25 vi porterà poi nella vicina Martignano dove, oltre a un frantoio ipogeo, possiamo ammirare l’ex convento dei Minori Conventuali, con la Chiesa di S. Francesco e la Cappella della Conella. Strade di campagna dove i protagonisti sono i contadini e il loro lavoro quotidiano vi porteranno poi a Sternatia, caratteristico abitato della Grecìa dove ogni vicolo rappresenta scampoli di storia. L’arteria rurale di Via Padulaci rappresenterà l’ingresso di Soleto, paese ricco di dimore ecclesiastiche e nobiliari. Qualche esempio? Ne abbiamo molti. La Chiesa di SS.Maria Assunta, la Guglia di Raimondello, la Chiesa Convento di Madonna delle Grazie e la Chiesa di Santo Stefano.
Da Soleto, proseguite verso Ovest per la SP47 e arriverete a Galatina, terzo centro della provincia di Lecce per numero di abitanti. La città divenne ducato già nel Quattrocento e l’importanza avuta dal luogo nel corso dei secoli la si evince dalle numerose architetture civili e religiose. Per scoprirle tutte si necessiterà però di un’osservazione prolungata e approfondita.
Lasciata alle spalle Galatina in direzione nord-ovest verso Collemeto, troverete ancora distese di ulivi a scandirvi il ritmo e a dipingere il paesaggio. Tagliate in due Collemeto, continuate in direzione Santa Barbara e alla biforcazione prendete a sinistra il sentiero di campagna. Questa strada apparentemente stretta e tortuosa vi porterà a Nardò.
Nardò, secondo centro del Salento, fu, durante la dominazione bizantina, il principale centro culturale del regno. Questa peculiarità è evidente anche per la presenza di costruzioni dello stile Barocco Leccese, che rendono l’antica Neretum ricca di palazzi, chiese e bellezze al pari di Lecce e Gallipoli. Il palazzo dove sorgeva l’Università, la Chiesa di San Tritone e la Fontana del Toro (simbolo della città) sono soltanto cenni che sintetizzano l’immenso patrimonio culturale.
Fa parte del comune di Nardò anche l’ultima parte dell’itinerario, quella che ripercorrerà i tratti finali della via Traiana, che porta all’odierna Santa Caterina. Qualche saliscendi metterà a dura prova la vostra resistenza, ma l’ampia scelta del patrimonio paesaggistico della costa neretina vi ripagherà lo sforzo. Torre dell’Alto, Santa Maria al Bagno e la singolare Porto Selvaggio potranno essere le vostre potenziali tappe finali.
Percorso D: Melendugno-Vernole e dintorni (20,5 km)
Questo percorso vi porterà alla scoperta del paesaggio rurale di due comuni facenti parte dell’Unione delle Terre di Acaya e Roca. Di difficoltà pressoché minima, l’itinerario vi consentirà di scoprire dolcemente i colori della campagna e ammirare senza soste problematiche le bellezze nascoste che si troveranno davanti. I piccoli borghi porteranno segni indelebili di storia plurisecolare.
Partendo dalla Chiesa SS.Maria Assunta di Melendugno imboccherete via Vecchia Vernole, strada parallela alla più trafficata SP1 che collega Melendugno con Lecce.
Arrivati a Vernole, potrete osservare numerosi elementi storici che testimoniano l’antichità di questo borgo, sorto certamente già dal 1115 ma popolato, come molti paesi dell’area salentina, già dall’età del Bronzo. La storia di Vernole, casale aggregato alla contea di Lecce, è molto legata alla chiesa: il feudo appartenne ai vescovi fino al 1806.
Di conseguenza, sono numerose le architetture religiose che riempiono un centro storico degno di nota: la Chiesa di Sant’Anna, celebrata anche con la Colonna Votiva, la Chiesa di Maria Santissima Incoronata (1600) e la Chiesa di Maria Santissima Assunta. Maestoso è anche il Palazzo Baronale, di matrice settecentesca. Vernole è infine presidiata dalla Torre dell’Orologio, altro monumento civile assieme alla novecentesca Fontana Monumentale.
Da Vernole proseguite per Pisignano, altro antico feudo della chiesa leccese già dal 1100. Di iniziale stile romanico, mantenuto nonostante le modifiche, è la Chiesa Madre. Il Palazzo Baronale, risalente al 1600, è invece la principale costruzione civile. Oggi ospita una biblioteca nazionale.
Da Pisignano proseguite verso la via vecchia comunale Strudà. Prima di raggiungere questa località, a metà della strada, troverete a 100 metri sulla destra un gigantesco leccio, ciò che rimane dell’antico bosco che circondava Lecce, la Lizza dei Briganti. Questo nome, probabilmente assegnato nell’Ottocento, deriva dal fatto che la folta chioma fosse un sicuro ritrovo per i briganti.
Il centro storico di Strudà conserva il Palazzo Baronale dei Saraceno, ultimi baroni del paese, la Torre dell’Orologio e la Chiesa Matrice, originariamente del 1200 e restaurata. Da Strudà, prendete la SP243 e raggiungete la frazione di Vanze, che ebbe origine durante la dominazione bizantina al fine di raccogliere agricoltori e pastori.
Interessante dal punto di vista architettonico è la Porta Monumentale (XV-XVI sec.). Questa struttura, ristrutturata di recente, può essere ciò che restava delle mura della città, andate distrutte. Un’altra ipotesi porterebbe invece ai resti di un edificio fortificato. Lasciata alle spalle Vanze, proseguite sulla SP243 puntando verso il mare. Troverete sulla vostra strada Masseria La Grande e pian piano v’immergerete nella vegetazione della zona paludosa di Torre Specchia. La Torre (leggi qui per scoprire tutto su Torre Specchia nell’itinerario Torri), quasi nascosta dal verde, sarà il vostro punto d’arrivo.