Descrizione

Programmando cosa vedere e cosa fare a Melendugno, tra le vostre idee non può mancare un itinerario alla scoperta degli ulivi monumentali. Tra suoni della natura silenziosi e paesaggi unici, assaporerete il gusto tradizionale del Salento e vivrete il teatro della cultura contadina.

Il paesaggio incontaminato di Melendugno non è solo rappresentato dalla bellezza mozzafiato delle sue marine. Il territorio è caratterizzato e colorato dalle distese di ulivi monumentali, patrimonio pugliese riconosciuto in tutto il mondo. Il numero degli esemplari in Puglia, si stima, è all’incirca di dieci milioni e il Salento è una delle zone più floride.

Sono questi veri e propri monumenti sempre viventi che hanno sfidato le insidie del tempo, testimoni della nostra storia, contenitori di tradizioni e culture popolari, protagonisti di fiabe, miti , leggende e punto fondamentale di aggregazione, soprattutto nei momenti più bui. Alberi antichissimi, magici e incantati, che hanno assistito, hanno scritto e sono resistiti a guerre, incendi, terremoti, malattie, variazioni climatiche e quant’altro, spesso ancora capaci di dare prodotti pregiati.

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La cura dei monaci basiliani, storicamente sempre dediti alla coltivazione dell’ulivo, ha permesso la conservazione di un grande quantitativo di esemplari che oggi si possono osservare. Sono infatti otto le zone geografiche del territorio melendugnese dove s’annidano gli ulivi monumentali. Per visualizzare tutti i percorsi, leggete la mappa attivando tutti i livelli.

Per questione di completezza, i punti della nostra mappa percorsi specificano indicativamente gli appezzamenti dove trovano dimora gli ulivi monumentali. Questo per facilitare il vostro percorso totalmente immerso nella natura, nel silenzio e nei colori del paesaggio tipico del Salento.

Chi voglia invece consultare l’intero elenco di tutti gli ulivi monumentali albero per albero può consultare la mappa tematica del programma Puglia.com. Selezionando il menu a scomparsa sulla destra (visualizzabile cliccando sulla freccetta) si apre l’elenco di categoria visualizzabili sulla cartina. Basta spuntare la voce “ulivi monumentali” per avere cognizione delle aree e del numero di ulivi monumentali presenti in ogni sito.

La divisione per colore degli alberi è ripartita in base alle delibere di Giunta Regionale finalizzate all’assegnazione del titolo di “ulivo monumentale”. Gli uliveti del territorio di Melendugno hanno ricevuto questa qualifica nel 2012. Sono state infatti le DGR 357/2012 e 1358/2012, le prime in materia, a censire otto zone geografiche delle campagne melendugnesi.

Borgagne, prima tappa del nostro itinerario, può contare sulla presenza di un inestimabile patrimonio naturalistico addirittura più antico del Colosseo e del Partenone: l’antico ulivo dalle forme incredibili che ogni anno attrae molti visitatori. L’albero si trova alle porte del borgo in un appezzamento parallelo a un relitto stradale, il secondo che si trova in successione provenendo da Melendugno. Viceversa, uscendo da Borgagne, sarà il primo.

L’UNESCO ha riconosciuto che in Puglia l’albero d’ulivo monumentale di Borgagne è Patrimonio dell’Umanità. 

Sulla SP3 tra Borgagne e Melendugno, nelle campagne dove sorge Masseria Don Egidio, una svolta a sinistra al km 3 (provenendo da Borgagne) vi porterà in un sentiero dove gli ulivi secolari, nascosti, giganteggeranno alla vista.

Spostandosi verso Melendugno, è la parte settentrionale della città a celare altre due zone di ulivi secolari. A Nord-Est, a poca distanza dalla Cooperativa Rinascita Agricola, polo dell’olivicoltura melendugnese, si estende un percorso parallelo alla SP45 che collega il centro con San Foca. A Nord, superando l’Abbazia di San Niceta e proseguendo verso la costruzione tradizionale nota come “Il Pajarone” vi è un’altra ampia area immersa nel silenzio.

Tra Melendugno e Torre dell’Orso si trovano poi altri due lunghi percorsi, posizionati precisamente in zona Macchia del Barone e Limbitello.

Il primo si rifà alla vasta area geografica omonima, di circa 1000 ettari, ricoperta da olivi secolari e anticamente di proprietà dei Baroni d’Amelj. Il secondo attraversa la zona dove sorge anche Masseria Limbitello, costruzione dove spicca la presenza di un’antica torre settecentesca.

Ad Ovest di Melendugno, la SP 29 che porta a Calimera, porta a scoprire due estesissime zone di ulivi monumentali. La zona Chiano, appena fuori Melendugno, è la prima che s’incontra percorrendo questa strada.

Contrada San Biagio, invece, ha negli ulivi secolari soltanto uno di numerosi elementi storici. Il percorso che s’annida tra gli alberi, infatti, cela i resti dell’antica via Traiana, strada che nel Medioevo collegava Roca Vecchia a Nauna, l’antica Nardò che si posizionava nell’odierna Santa Caterina. La complessità del luogo e il grande numero di ulivi censiti ha permesso di creare tre percorsi, esaminabili nella mappa.

Sulle strade di campagna che collegano i territori dei comuni di Melendugno, Vernole e Castrì di Lecce si posizione invece l’ultimo percorso che abbraccia ulivi monumentali oggetto di censimento.