Descrizione
Nel territorio attorno a Borgagne si possono scoprire alcuni esempi di edilizia contadina davvero interessanti che a vederli stupiscono per la loro forma e unicità. In questo percorso ne vedremo alcuni così originali da richiamare, per via della struttura insolita e tondeggiante, le famose abitazioni eschimesi denominate igloo.
Possiamo parlare di igloo del Sud? Probabilmente no, infatti le costruzioni indicate in questo itinerario fanno comunque parte della famiglia delle “pajare”, tuttavia con questa forma particolare ce ne sono ben pochi esempi e sono ben diverse da quelle tradizionali a cui siamo abituati. Per via di queste caratteristiche differenti non è facile stabilire il periodo al quale risalgono, né i motivi della forma strana, probabilmente dovuta a un tentativo di imitazione dei furnieddhri storici con tecniche moderne ma dai risultati discutibili.
Intanto bisogna precisare che a differenza delle pajare classiche, in questo caso si tratta di costruzioni non a secco, perciò si potrebbe dire di epoca più recente rispetto a quelle tradizionali. Come queste ultime però, la funzione dovrebbe essere la stessa, e probabilmente sono state utilizzate come deposito per gli attrezzi o come veri e propri ripari per le famiglie che coltivavano le terre lì attorno, perché sappiamo come le pajare, grazie alla loro forma, possono mantenere una temperatura abbastanza fresca d’estate e mite d’inverno.
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Scopriamo dunque queste costruzioni insolite così come le incontriamo uscendo da Borgagne da Via Otranto e addentrandoci nelle campagne del fondo Pasulo.
Pajara 1
La prima costruzione che si incontra, quasi sul ciglio della strada, è una piccola pajara con una copertura di forma ovale. La struttura, a pianta circolare, è parzialmente a secco infatti sul lato esposto a nord è stata aggiunta malta tra i conci probabilmente per iniziativa del proprietario del fondo per evitarne il crollo. Presenta un’apertura principale di ingresso sul lato ovest e due piccole finestrelle, una sul lato nord posta in basso e una a sud-est più in alto, per mantenere arieggiato l’interno. Intorno vi sono resti di blocchi di pietra e una voragine che probabilmente costituiva la cisterna di raccolta d’acqua piovana.
Pajara 2
La più grande pajara per dimensioni di questo itinerario, ha una pianta circolare con copertura a cupola; è totalmente rivestita con intonaco (quindi non a secco), in origine probabilmente colorato in rosso di cui restano alcune tracce visibili. Sul lato a nord è presente una canna fumaria che indica la presenza di un caminetto all’interno quasi interamente conservato. Ma ciò che rende interessante questo edificio è la presenza di un sistema di raccolta idrica che percorre la muratura esterna per tutto il perimetro della struttura: attraverso un solco scavato a metà altezza della pajara, l’acqua viene indirizzata fino a farla convogliare in una cisterna collocata sotto al gradino dell’entrata principale a sud. Nella società rurale non si sprecava nulla e anche le acque piovane potevano essere utili, ad esempio, per l’irrigazione.
Pajara 3
Continuando il nostro percorso ci si imbatte in una piccola pajara a forma di tronco di piramide, totalmente costruita a secco. Non rientrerà nella categoria degli igloo qui descritti ma è comunque interessante fermarsi ad esaminarla. Situata sul ciglio strada è da scorgere nascosta dietro un albero. L’ingresso che è sul lato sud ha la particolarità di essere costituito da un pilastrino e una trave in pietra leccese che, essendo differenti dai conci utilizzati per l’intera struttura, potrebbero risalire ad un’epoca differente.
Pajara 4
Infine, vicino ad una pajara “tradizionale” più grande, si trova l’ultima struttura a forma di igloo. Molto semplice, si chiude a cupola e ha un ingresso ad arco. Anche qui vi è una cisterna sotterranea, la cui apertura per la raccolta dell’acqua piovana è in corrispondenza del gradino di ingresso dell’entrata principale.