Descrizione
Percorso alla scoperta delle Grotte dislocate lungo la costa del Comune di Melendugno
Nell’antichità si affrescava l’immagine di San Cristoforo all’interno delle città e sugli edifici in punti che garantivano una buona visibilità. Si credeva che osservare l’immagine del santo viandante al mattino avrebbe garantito la sopravvivenza fino alla sera delle stesso giorno. Si cercava costantemente la raffigurazione del “traghettatore” per assicurasi lunga vita
Il territorio di Melendugno, noto ai più per le sue incantevoli marine, nasconde un importante patrimonio storico rappresentato da una lunga serie di insediamenti rupestri. Questi siti risalgono a più periodi storici, dalla preistoria al Medioevo, passando naturalmente per la florida epoca romana.
Il proliferare di questi insediamenti è dovuto alla morfologia della costa, già in quegli anni articolata in un sistema di falesie, coste rocciose con alte rupi che precipitano nel mare. La presenza di fenomeni carsici ha favorito lo sfruttamento della costa dal punto di vista abitativo: le numerose cavità createsi furono utilizzate come ripari di fortuna dalle calamità naturali.
La nota Grotta della Poesia, che ospita una delle 10 piscine naturali più belle al mondo, è però soltanto il sito più noto di un sistema di insediamenti di grande importanza storica.
Scopri la Grotta della Poesia e le altre tappe dell’itinerario archeologico
1. Grotta San Cristoforo
Scavata in epoca messapica di fronte ai celebri scogli gemelli delle “due sorelle” attorno al IV secolo a.C. a scopo di culto, conferma la natura abitativa del tratto costiero adriatico. Presenta un masso cavo alla base e una scala scavata nella roccia che porta ad una sorta di banchina sopraelevata.
La grotta è posta nella zona che porta a punta Matarico a 5 metri sul livello del mare e si affaccia a Nord-Nord Ovest. Il pavimento, in terra battuta, ha conservato stratificazioni di materiali (cocci, ceneri, conchiglie e piccoli utensili in pietra) databili tra il VI e il II secolo a.C.
Entrando nella grotta si possono ammirare numerose iscrizioni sovrapposte, ascrivibili a vari periodi storici. Ciò conferma l’importanza che il sito ha avuto nel corso dei secoli. La dedica a San Cristoforo, patrono di viandanti, pellegrini, barcaioli, facchini e automobilisti, fu attribuita nel VI secolo a seguito della cristianizzazione dell’impero romano.
Il culto di San Cristoforo è collegato alla precedente devozione per i dioscuri Castore e Polluce, figli gemelli di Zeus e Leda. Essi, condannati fin dalla nascita a dividersi tra l’Ade e l’Olimpo, ricevettero in dono da zio Poseidone il dominio dei venti e del mare. Ciò li rese oggetti di culto ovunque ci fosse un mare da navigare.
Nell’antichità si affrescava l’immagine di San Cristoforo all’interno delle città e sugli edifici in punti che garantivano una buona visibilità. Si credeva che osservare l’immagine del santo viandante a mattino avrebbe garantito la sopravvivenza fino a sera. Raffigurare il “santo traghettatore” assicurerebbe lunga vita.
È curiosa l’impronta religiosa “mista” del sito, tra il paganesimo e il cristianesimo, ancora oggi testimone dei riti dei naviganti prima della traversata del Canale d’Otranto, un’impresa in epoca antica.
Qui si possono ammirare antichissime iscrizioni di marinai, che si rivolgevano agli dei prima del difficile attraversamento del Canale d’Otranto. A conferma di questo vi è anche l’effigie di una nave oneraria romana, ultima testimonianza prima della cristianizzazione del sito dedicato a San Cristoforo, martire della Licia che sopraintendeva guadi e attraversamenti.
L’interno della grotta racconta il passaggio, tra i secoli XII e XIV, dei cavalieri del Sacro Militare Ordine Gerosolimitano, detti anche del Santo Sepolcro, testimoniato dall’incisione dello stemma dei Cavalieri di Malta. Da questa grotta, sempre nei secoli XII-XIV, passarono i Cavalieri Teutonici, i quali apposero le croci, più profonde e semplici nei tratti rispetto a quelle di Malta, del loro passaggio.
2. Villaggio rupestre di San Foca
Situato presso l’antico molo peschereccio ai piedi della Torre di San Foca, risale all’epoca basiliana (X Sec. d.C.), anche se lo sfruttamento di quello che oggi è il porto è ascrivibile già all’età romana, in quanto i pescatori dell’epoca operavano in questa sorta di baia naturale protetta dalle intemperie e adatta al ricovero delle unità da pesca.
L’insediamento rupestre consiste in circa dieci ingressi scavati nella roccia corredati da un fumaiolo, costruito probabilmente nell’Alto Medioevo. Al di fuori degli ingressi sono rinvenibili degli arcosoli, incavi artificiali appositamente scavati nelle rocce per posizionare le fonti d’illuminazione.
La presenza dell’uomo nell’area melendugnese è documentata sin dal Paleolitico. Da scavi effettuati nei pressi della Torre di San Foca hanno rivelato un buon numero di manufatti risalenti al Paleolitico Superiore (40000-10000 anni fa), perlopiù reperti di caccia, effettuata per la sopravvivenza. Le zone costiere erano preferite per la loro abbondanza di grotte naturali.
Nessuno, passeggiando sul lungomare, si aspetterebbe mai di essere a due passi dal primo nucleo abitativo di San Foca, quasi certamente dimora dei primi pescatori.
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3. Grotta “Pagliara”
Non ufficialmente nota con questo nome, assegnato ufficiosamente per omaggiare lo scopritore del sito, è situata a pochi passi dall’Area Archeologica di Roca e dal complesso alberghiero Oasi Park, precisamente in via Vicinale Mancarella, l’ultimo tratto della storica via Francigena.
La copertura della grotta è praticamente un lastrone di roccia naturale posizionato a livello del suolo. Accedere alla grotta è quindi impresa ardua. In ogni caso si può ammirare la profondità dell’insediamento, probabilmente risalente anch’esso al periodo basiliano. I segni che si possono vedere, fanno ipotizzare anche una similitudine, per storia e sorti, alla Grotta del Brunese.
4. Insediamenti rupestri di Roca/ “Lu Balcone della Regina Isabella”
Vicina alla precedente Grotta Pagliara, ma meno impervia da visitare, è posizionata in una caletta naturale poco dopo il Parco Archeologico. Per raggiungerla è “soltanto” sufficiente avventurarsi nella vegetazione e percorrere le scale che portano al mare.
Risalente all’epoca basiliana, è stata purtroppo danneggiata dalla costruzione di un solaio. Rimane comunque un sito suggestivo per collocazione a ridosso del mare ed importanza storica. Curiosa da visitare per chi si avventura in escursioni al Parco Archeologico di Roca e alla Grotta della Poesia.
5. Grotta del Brunese
Localizzata a Torre dell’Orso sulla strada che porta alla spiaggia, è stata riqualificata recentemente per essere resa facilmente accessibile e fruibile. Circondata da dei muretti a secco che ne facilitano l’entrata e seguono la morfologia del sito in lieve pendenza, si divide in cinque ambienti.
All’interno si possono ammirare gli arcosoli sopra descritti e, a decorazione delle pareti, numerose incisioni di croci greche ascrivibili ai monaci basiliani. La grotta era infatti utilizzata come luogo di culto.
6. Villaggio rupestre Sant’Andrea Ovest
Posizionata nel cuore della marina di Sant’Andrea, è di origine romana. Utilizzata nel corso degli anni come deposito di attrezzi da pesca, risale all’Alto Medioevo. A causa dei crolli che già nei secoli hanno coinvolto le scogliere di questa località, i pescatori hanno rafforzato le strutture con dei pilastri.
La zona, messa in sicurezza in modo appropriato dal Comune di Melendugno, conserva in modo evidente gli elementi che rappresentano le tradizioni della marineria locale.
7. Villaggio rupestre Sant’Andrea Est
Le grotte di Sant’Andrea, attualmente chiuse con inferriata per pericolo di crollo, erano abitate in antichità. Si tratta di insediamenti che risalgono a periodi arcaici e utilizzati nel corso dei secoli anche sino a tempi recenti.
I monaci basiliani, sbarcati nel secolo X, si sono trovati di fronte a questi anfratti naturali. La roccia tenera, facilmente lavorabile, ha facilitato l’uso abitativo di queste caverne, adibite a ricovero e culto sino al Basso Medioevo. Quando il monachesimo diminuì, l’uso di queste strutture passò ai pescatori del luogo.