La frisa salentina: un’idea gustosa per combattere il caldo

Il caldo vi attanaglia, l’afa non vi dà tregua e l’idea di mettersi ai fornelli non è proprio contemplabile? Beh, per fortuna la gastronomia tipica salentina ci viene incontro e per ovviare alla calura estiva ci propone uno dei prodotti più caratteristici e più declinati dal classico al gourmet, la frisa o friseddha, se vogliamo dirlo in salentino.
Si tratta di uno dei piatti più antichi del Salento. Pare sia arrivato su queste coste attraverso le navi di Greci e Micenei, che conservavano questo pane duro e rugoso nelle stive, in previsione di lunghe traversate.
Contadini e pescatori erano in passato i maggiori consumatori di questo alimento proprio perché solito trascorrere lunghe giornate fuori di casa per lavorare la terra o in mare.
In generale, la frisa era un alimento molto diffuso tra le fasce di popolazione più povere, sia perché il suo costo era più basso rispetto al pane, e sia perché poteva conservarsi molto più a lungo.
Le frise sono indubbiamente uno dei prodotti più buoni del forno salentino, una sorta di pane fatto con farina di grano duro, che viene cotto, tagliato a metà, e poi cotto nuovamente in forno. Si conserva a lungo e per essere consumato, a meno che non vogliate rompervi un dente, deve essere bagnato per qualche secondo a seconda della preferenza. Una volta ammorbidita, la frisa è pronta da condire.
La versione classica della frisa salentina prevede un filo di olio extravergine di oliva, pomodori tagliati a pezzettini e un pizzico di sale, ma le versioni possono essere molteplici: pomodori, capperi e tonno o ancora con l’aggiunta di formaggio e verdure di stagione, e poi le ultime varianti con stracciatella e gamberi che la rendono anche un piatto da ristorante.
Un’indicazione importante: scordatevi la forchetta e mangiate la frisa rigorosamente con le mani!